Diving alle Pontine: le immersioni con relitto più suggestive

Le isole pontine sono un paradiso per le immersioni. Paesaggi marini incontaminati, caratterizzati da praterie di posidonie, gorgonie e incantevoli arborescenze dove vivono polipi, molluschi vari, murene, ricciole e dentici. Ma i fondali delle isole Pontine nascondono anche altre sorprese, tra cui relitti di navi romane, da guerra, di aerei e di navi mercantili, dove è possibile praticare escursioni subacquee. Ecco le immersioni con relitto più suggestive delle isole pontine.

Le immersioni con relitto più suggestive delle Isole Pontine:

I relitti nei pressi di Ponza

L’immersione con relitto più famosa delle isole pontine è quella presso il relitto Lst 349, situato al largo rispetto alla costa occidentale dell’isola di Ponza. Un’immersione particolarmente suggestiva perché grazie all’ottima visibilità è possibile fare effettivamente un tuffo nel passato e rivivere gli ultimi momenti del naufragio di questa grande nave da guerra statunitense. Restando a Ponza, ma spostandosi verso Cala Inferno, è possibile scorgere il relitto della nave mercantile Maria Costanza che affondò il 14 ottobre 1978 in zona le Formiche a seguito di un incendio la cui causa resta ancora oggi un mistero. Le correnti marine hanno trasportato nel tempo quello che restava della nave in zona Cala Inferno, dove sono ancora visibili. Ci sarebbe anche un relitto da trasporto militare Douglas A-20 nelle acque tra Ponza e Palmarola, avvistato in fase di ammaraggio nel 1945. Tuttavia, questo relitto non è così facile da avvistare perché le correnti marine lo spostano da una parte all’altra, spesso nascondendolo sotto le dune di sabbia.

I relitti nei pressi di Ventotene

Anche le acque di Ventotene nascondono relitti da visitare. Il piroscafo Santa Lucia venne affondato a largo di Ventotene il 23 luglio del 1943 dall’aviazione britannica. Rinvenuto Raimondo Bucher, nel 1959, a circa 46 metri di profondità, questo relitto racconta di una tragedia mai dimenticata sulle isole Pontine. Il piroscafo, infatti, trasportava molti civili che tornavano a casa per aiutare le famiglie nel raccolto, altri erano pendolari e alcuni erano coppie di giovani sposi che tornavano dal viaggio di nozze. Un affondamento che ebbe un impatto pesante sulla popolazione locale, tant’è che le vittime vengono commemorate ogni anno. Gli unici superstiti dell’attacco furono il comandante che però morì dopo qualche giorno e altri membri dell’equipaggio. Il resto dei passeggeri, perlopiù civili, morirono tutti durante l’affondamento del piroscafo. Secondo alcune fonti, dopo l’affondamento, i velivoli britannici continuarono a mitragliare i rottami ed i naufraghi, ostacolando le operazioni di recupero. È possibile vedere i resti del relitto a circa una ventina di metri dal fondo, resti che raccontano i tristi momenti vissuti dai passeggeri nel vano tentativo di salvarsi dal fuoco britannico. Nel corso degli anni, poi, sono stati scoperti vari resti di relitti di navi commerciali risalenti all’epoca romana, databili dal primo secolo a.C. al quinto d.C. che giacciono a più di 100 metri di profondità, trasportanti varie tipologie di prodotti, tra cui pregiata salsa di pesce dalla Spagna al Nord Africa, e un carico di lingotti di metallo dall’Italia, destinati probabilmente alla costruzione di statue o armi.

Photo credits:
Foto di Roberto De Martino da Wikimedia

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