La cisterna romana della Dragonara a Ponza

L’isola di Ponza non smette mai di sorprendere, non un semplice luogo di villeggiatura estiva per le bellezze del suo paesaggio e del suo mare, anche scrigno di incredibili tesori storico culturali come l’antica cisterna della Dragonara e la cisterna del Corridoio un vero e proprio patrimonio archeologico di cui parleremo in questo articolo che testimoniano il passaggio dei romani sull’isola.

La cisterna romana della Dragonara

L’antica cisterna romande della Dragonara è un luogo che per oltre 2.000 anni è rimasto sepolto dal fango e dalle macerie, fino a che è stato riportato alla luce da alcuni lavori di restauro che le hanno ridonato l’antico splendore. Una vera e propria opera di ingegneria civile compiuta dagli antichi romani che in questo erano dei veri maestri.
La cisterna è stata scavata nella pietra morbida del tufo, di cui sono fatte anche le tradizionali case grotta ponzesi, rese impermeabili da un rivestimento in coccio pesto. All’interno della cisterna della Dragonara partono numerose gallerie sotterranee che corrono parallele una accanto all’altra che servivano a convogliare l’acqua che poi confluiva all’interno di ampie stanze a volta così da poter essere riempite (poteva contenere un massimo di 2.000 metri cubi di acqua), prevedendo anche gli eventuali sbocchi per quando queste si sarebbero riempite troppo.
Alla cisterna della Dragonara si accede percorrendo Corso Pisacane e la salita della Dragonara, da cui si entra pagando un biglietto di ingresso di pochi euro e si scende in profondità lungo una scaletta scavata nel tufo.

Questa non è la sola cisterna romana presente sull’isola, ne sono state censite al momento almeno 30 probabilmente tutte collegate tra loro e presenti per lo più nella zona collinare della baia del porto. Di queste ricordiamo la grotta del Serpente sulla strada provinciale in località anta Maria anch’essa perfettamente conservata ma non è visitabile perché si trova al di sotto di un terreno agricolo di proprietà privata e l’ingresso al momento è chiuso dalla presenza della vegetazione che è cresciuta indisturbata. Ancora la cisterna della Croce, cisterna del Drago, cisterna della Parata, Cisterna del Comandante (anch’essa tra le più belle dell’isola), cisterna della Torre.

La funzione d’uso

Anticamente queste imponenti opere idrauliche erano costruite per raccogliere e conservare l’acqua e rifornire i centri abitati grandi e più piccoli come quello di Ponza durante le stagioni in cui essa scarseggiava. Ricordiamo che l’isola di Ponza è priva di fonti o sorgenti di acqua dolce perciò le cisterne erano importantissime per il sostentamento degli abitanti.

Anche nelle tradizionali case grotta ponzesi si era studiato un ingegnoso metodo di raccolta dell’acqua piovana dai tetti che veniva poi convogliata all’interno delle cisterne a uso domestico con cui ciascuna famiglia cercava sopperire ai periodi di siccità.

L’isola di Ponza per gli antichi romani era strategica per via della sua posizione privilegiata lungo una rotta commerciale per questo si ipotizza che le cisterne servissero anche ad approvvigionare d’acqua le navi che svolgevano un intenso traffico commerciale marittimo che sostavano qui prima di fare verso i porti della Sardegna e dell’Africa.

Vieni a scoprire di persona le tracce del passaggio degli antichi romani, parti a bordo di uno dei traghetti per Ponza e inizia la tua avventura sull’isola.

Photo Credits:
Foto di Proloco Ponza

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