Archeologia: i siti romani di Ventotene

L’isola di Ventotene la più meridionale delle isole ponziane, ha origini antiche: abitata sin dall’età del bronzo (XVI-XVII a.C.), fu colonia prima greca e poi romana. L’antica Pandataria iniziò a essere molto frequentata quando l’imperatore Augusto la trasformò in luogo di villeggiatura dando ordine di costruire, sull’attuale Punta Eolo, un’incantevole villa, un porto, alcune piscine termali, cisterne, acquedotti e pescherie. Questa villa divenne luogo di confino per alcune donne espulse da Roma: oltre a Giulia, figlia di Augusto rea di aver violato la legge sulla moralizzazione pubblica, abitarono a Ventotene anche Agrippina Maggiore, Claudia Ottavia e Flavia Domitilla. L’isola famosa per le sue belle spiagge è un luogo ricco di siti archeologici di epoca romana da non perdere.

I romani a Ventotene:

I siti archeologici romani a Ventotene: il Porto Romano e Villa Giulia

Tra i siti di epoca romana meglio conservati a Ventotene, c’è il Porto Romano, i cui resti sono visibili nella zona dell’attuale porto. Si tratta di un bacino scavato nel tufo che ancora oggi è in grado di proteggere le imbarcazioni dalle violente folate di vento e dalle avverse condizioni metereologiche. Un’opera di grande ingegno che per essere realizzata portò all’estrazione di 60.000 metri cubi di pietra. Di fronte al porto, venne scavato il pozzillo, sfruttato per lo sfiato della risacca e come luogo di alaggio per le barche. Le grotte di tufo ricavate dai romani ospitano oggi negozi, uffici turistici e centri per immersioni. Costruita nello stesso periodo storico è Villa Giulia: struttura sontuosa che si estende su una superficie lunga 300 m e larga 100 sul promontorio di Punta Eolo. La struttura oggi si trova in posizione panoramica, offrendo ai visitatori scorci incantevoli. Sono ancora ben visibili le aree dedicate alle terme con il calidarium, tepidarium, e frigidarium. Si può accedere a Villa Giulia anche dalla rampa che da Cala Rossano conduce al cimitero di Ventotene, dove un tempo approdavano le imbarcazioni. Una parte del materiale d’arredo e architettonico è stata conservata al Museo Storico Archeologico di Ventotene.

Le cisterne romane e i reperti archeologici

A differenza di Ponza, Ventotene non ha sorgenti di acqua dolce. Per questo i romani fecero costruire due grandi cisterne al centro dell’isola. Distanti pochi minuti da Piazza Castello, le cisterne di Villa Stefania e dei Detenuti sono grandi rispettivamente 700 metri quadrati e un 1200 metri quadrati. Grazie al rivestimento di cocciopesto, le due strutture si sono conservate bene. Sfruttando la pendenza naturale dell’isola, l’acqua veniva incanalata direttamente al Palazzo Imperiale di Augusto, tramite un sistema di acquedotti. Al termine del suo utilizzo come luogo di raccolta dell’acqua, la cisterna divenne luogo di riparo per uomini ed animali, come testimoniano i numerosi graffiti e dipinti lungo le pareti. Si accede alla zona attraverso una scalinata che conduce in tre gallerie oltre le quali vi sono altrettanti tre corridoi per ciascun lato. Per ammirare i vari reperti archeologici di epoca romana, come quelli trovati sui relitti di Cala Rossano e Le Grottelle, è possibile visitare il Museo Storico Archeologico che si trova all’interno del castello borbonico, sede del Municipio.

Photo credits:
Foto di IslandVita da Wikimedia

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